"L'universo è la mia casa... la voce sommessa di questo mare infinito mi invoca e mi invita a vivere senza catene... la mia bandiera è un simbolo di libertà "
Capitan Harlock è un manga di fantascienza scritto e illustrato da Leiji Matsumoto nel 1976, dal quale è stata tratta anche una serie televisiva anime di 42 episodi, prodotta nel 1978 dalla Toei Animation, prima di una lunga serie di opere d'animazione ispirate allo stesso universo.
I primi 25 episodi sono stati importati in Italia e trasmessi per la prima volta su Rai 2 a partire dal 9 aprile 1979 all'interno del programma contenitore "Buonasera con... Rita al circo"; la serie completa è invece stata trasmessa sempre su Rai 2 a partire dal 18 settembre dello stesso anno. Successivamente la serie è stata pubblicata dalla Yamato Video prima in VHS, e poi anche in DVD in versione integrale.
Capitan Harlock è la prima serie organica che ha per protagonista Capitan Harlock, il personaggio del manga scritto e illustrato da Matsumoto. Secondo la narrazione della voce fuoricampo, la storia ha inizio "Tanto tempo fa, nel lontano 2977". Il Governo Unificato della Terra guida un pianeta in pace, in cui le persone vivono in uno stato di perenne indifferenza rispetto a quello che accade nel mondo ed intorno ad esso. Le macchine hanno sostituito l'uomo nei lavori più comuni. Il prezzo che ha pagato la Terra per l'avidità dell'uomo è stato lo spreco di tutte le sue risorse, i mari sono stati quasi prosciugati e molti beni vengono attinti da altri pianeti, perché ormai la Terra non è più produttiva.
La classe dirigente, rappresentata dal Primo Ministro, è intenta solo a racimolare voti alle elezioni e a negare l'evidenza di gravi problemi. Le persone che non condividono questo tipo di mentalità sono tenute ai margini della società, considerate fuorilegge (Capitan Harlock e la sua ciurma) o idealisti fuori di senno (il professor Dayu e la sua famiglia).
Questo stato di apatia non viene turbato nemmeno dall'arrivo sulla Terra di una misteriosa e gigantesca sfera nera, chiamata Pennant, che precipitando causa un immane disastro, oltre che la morte di alcuni eminenti scienziati, tra cui il professor Dayu. Harlock inizia ad indagare su questa sfera e scopre che l'oggetto, coperto da strane iscrizioni, è stato inviato come monito dal potente pianeta Mazone, che vuole conquistare la Terra e trasformarla nella sua seconda patria. Comincia quindi una guerra solitaria a bordo della sua astronave Arcadia contro le Mazoniane, per salvare la Terra. A lui si unisce, per spirito di vendetta e ribellione verso la società indifferente, Tadashi Dayo, figlio dello scienziato morto.
Capitan Harlock, quando non è in combattimento, trova il tempo di scendere sulla Terra e fare visita a Mayu, figlia del suo migliore amico. Mayu ha sette anni e vive in un collegio, dove viene spesso maltrattata a causa della sua amicizia con il pirata spaziale (che legalmente è il suo tutore) e viene spesso utilizzata come esca dal ministro della difesa Kirita per cercare di catturare Harlock.
Nonostante i trucchi e le trappole organizzate dagli umani e dalle Mazoniane per distruggere Harlock e l'Arcadia, riesce sempre a sfuggire e vincere le battaglie. Aiutato anche dallo spirito dell'amico morto Tochiro Oyama (padre di Mayu e costruttore dell'Arcadia), rimasto nella nave pirata, riesce a danneggiare fortemente la flotta mazoniana e a salvare la Terra. Infine, Harlock si scontra in duello con la regina delle Mazoniane chiamata Raflesia e dopo averla ferita la costringe ad abbandonare i suoi propositi di conquista.
Capitan Harlock non è sfuggito all'onda di riflusso che ha colpito i cartoni animati giapponesi dopo i successi dei tardi anni settanta. Questa serie, arrivata in Italia con la "prima generazione" di anime, presentava spesso elementi delicati e molto complessi da affrontare in fase di adattamento: scene di violenza e di nudo, critica feroce alla società opulenta e ottusa, come anche al controllo dei mass-media. Harlock è poi un pirata spaziale, con pesanti implicazioni che non vengono minimamente trascurate.
Lupin III, per fare un esempio, è - tra le anime di prima generazione - un altro soggetto border-line, essendo un eroe ma pur sempre ladro, quindi intrinsecamente contro il sistema sociale entro cui si muove. Ma si tratta di un soggetto leggero, adatto ad un pubblico giovane e senza pretese particolari di critica sociale, o altri approfondimenti "difficili". Non ha avuto nessun problema con la censura, né tanto meno con la messa in onda su TV nazionali per decenni (specialmente su Italia 1).
Ma Harlock non è un soggetto che semplicemente ruba: è un pirata, e la serie (come anche il fumetto originale) ha una vena polemica e anarchica che, specialmente negli anni settanta, aveva un suo preciso senso. Di fatto, Harlock è un contestatore: non ruba un gioiello per poi andare in vacanza a Las Vegas, come potrebbe fare Lupin. La sua critica al sistema è orgogliosamente portata dall'esterno, nella convinzione che non si possa venire a patti con una società governata da principi ingiusti.
Quindi, anche se è stato deciso di mandarla comunque in onda, la serie è stata trattata in maniera estremamente dura dalla censura. Se il doppiaggio è stato di eccellente livello, quasi tutti gli episodi sono stati tagliati prima della messa in onda. La produzione esecutiva RAI ebbe da ridire anche sulla sigla, ritenendo che ricordasse la X MAS. Nei DVD attualmente in circolazione vi sono molte scene che sono prive di dialoghi in italiano, poiché all'epoca esse vennero censurate e quindi escluse dal doppiaggio. Nondimeno, molte scene violente e alcune di nudo rimasero anche nell'edizione italiana. Ben presto però, il cambio di politica relativo ai cartoon nipponici avrebbe messo Capitan Harlock fuori palinsesto, e dopo il 1980 solo alcune reti locali l'hanno rimandata, molto saltuariamente, in onda. Nel 2008 è stato trasmesso in replica sul canale satellitare a pagamento Cooltoon, visibile sulla piattaforma Sky.